Kim Jong Un non è certo noto alle cronache per il suo appeal democratico. L’ultima iniziativa collima, infatti, con il suo modus operandi dittatoriale che questa volta ha preso di mira i blu jeans.
Sì perché il surreale Kim Jong Un ha imposto per legge il divieto di indossare nientepopodimeno che i jeans stretti, i tagli di capelli e i film occidentali. Tutte espressioni, a suo dire, dello “stile capitalista”. L’obiettivo è quello di limitare ogni influenza straniera. Addirittura non si potranno più utilizzare slang e il contrabbando sarà punito con la pena di morte. Non è semplice la vita in #CoreadelNord. I cittadini non possono accedere liberamente a Internet, ai social media e possono vedere solo pochi canali televisivi che sono controllati dallo Stato. Si tratta, dunque, di disposizioni radicali per tutelare l’integrità socio-politica interna e rispedire al “mittente” quello che le autorità locali additano come “pensiero reazionario”.
Ma c’è chi ha deciso, con coraggio, di provare a fronteggiare tali imposizioni e di guardare oltreoceano come se si stesse parlando con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non proprio ecco la stessa cosa. L’autore del gesto simbolico è Mauro Cianti, proprietario di un’azienda abruzzese specializzata in jeans. L’uomo ha spedito al dittatore un modello regular fit denominato “New York”, una tipologia comoda da indossare anche per un fisico abbondante qual è quello di Kim e dotata di bottoni in oro rosa.
<<Il mio obiettivo non è quello di far arrivare il pacco, anche perché oggettivamente, a causa delle dogane, non sappiamo se gli arriverà. Volevo semplicemente inneggiare alla pace con un gesto simbolico, affinché possa cambiare idea in merito a questa assurda decisione>>, ha dichiarato Cianti.
Il pacco contenente il capo di abbigliamento, forse il più rappresentativo di un’idea di libertà e comodità, riporta all’interno una frase del Ceo dell’azienda sulmonese: “Il vero potere non è vietare, ma poter indossare ogni giorno un paio di #jeans”. Avrà capito il messaggio Kim? <<Il nostro prodotto è molto apprezzato in Corea del Sud e non vedo perché a pochi chilometri di distanza debba essere vietato>>, ha sottolineato il responsabile di #DonTheFuller. I jeans sono da sempre un capo giovane per antonomasia e anche il loro avvento è stato leggermente osteggiato da chi ha intravisto in questi ultimi un simbolo di ribellione. Tante scuole americane, difatti, ne hanno vietato l’utilizzo negli anni Cinquanta. Oggi sono un vero e proprio indumento democratico che trascende le classi sociali.
Noi, a differenza di #KimJongUn, crediamo nel potere casual dei jeans e ve ne proponiamo un paio proprio di Don The Fuller:
Jeans uomo modello New York: giustappunto il modello spedito dall’altra parte del mondo!
Jeans donna modello Manila: bottoni in oro rosa per questo slim fit super scontato su Alley33.