Gucci e Facebook si uniscono contro la contraffazione dei brand sui social

Il social network per antonomasia, il primo a fare scuola, si unisce a Gucci per contrastare il fenomeno della contraffazione sui social.

 E’ notizia di questi  giorni, direttamente dai media a stelle e strisce, il fatto che il colosso dei social, #Facebook, stia collaborando con la casa di moda #Gucci per abbattere la contraffazione sulle piattaforme online. Secondo la causa presentata assieme al Tribunale distrettuale degli Usa per il distretto settentrionale della California, Facebook, Inc. e Gucci America sostengono che vi sia un unico imputato, una donna, alle prese con il commercio online che l’ha vista utilizzare le “piattaforme Facebook e Instagram per promuovere la vendita di merci contraffatte” come borse, scarpe, abbigliamento e accessori.

Nella denuncia di contraffazione e violazione del marchio, Fb e Gucci affermano che “almeno dall’aprile 2020 e fino al 26 aprile 2021”, la donna “ha utilizzato più account Facebook e Instagram per promuovere i suoi negozi online”, da cui ha venduto una serie di articoli firmati contraffatti. Siamo di fronte, dunque, a una causa congiunta contro una persona fisica per violazione dei termini di servizio e delle condizioni d’uso di Facebook e Instagram.

Nella nota stampa si legge che Fb e Ig “prendono sul serio le questioni relative alla proprietà intellettuale e in particolare quelle relative alla #contraffazione. La collaborazione con griffe come Gucci ha aiutato il colosso americano a sviluppare “un programma consolidato di protezione della proprietà intellettuale che include, inoltre, una procedura di notifica e rimozione. Nel 2020, tra l’altro Facebook, ha rimosso più di 1 milione di contenuti sulla base di migliaia di segnalazioni da parte di vari brand tra cui Gucci”.

E ancora, nel comunicato si legge che la causa è da riferire a un piano strategico messo in atto dalla maison italiana per tutelare la proprietà intellettuale. Nell’ambito di questo piano, Gucci coopera e collabora con le dogane e altre forze dell’ordine in tutto il mondo per abbattere i casi di contraffazione.

“L’impegno del team di Gucci dedicato alla #proprietàintellettuale ha portato, solo nel 2020, alla rimozione di oltre 4 milioni di annunci di prodotti contraffatti online su varie piattaforme, al sequestro di 4,1 milioni di prodotti contraffatti online e alla disattivazione di 45mila siti web, account e pagine sui social media. Tali sforzi – si legge ancora – sono volti a preservare il patrimonio creativo di Gucci e al tempo stesso a tutelare i clienti, che devono essere messi nelle condizioni di avere certezza dell’autenticità dei prodotti Gucci e non rischiare di acquistare prodotti contraffatti”.

“L’azione legale avrà anche lo scopo di lanciare un forte messaggio a tutti gli utenti che promuovono e vendono prodotti contraffatti online che tali comportamenti illeciti non saranno tollerati”, conclude l’annuncio.

Secondo i dati Ocse, il danno per le imprese ammonta a 1,3 miliardi l’anno per mancate vendite, mentre per i consumatori si parla di 1,4 miliardi pagati ingiustamente. Sono cifre che restituiscono l’immagine di un settore claudicante dove i falsi made in Italy rappresentano, ahimè, un appannaggio poiché spesso, in tale ambito, il danno della violazione dei diritti di proprietà intellettuale non viene percepito come reato.

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